Dove
finiscono le immagini di tutti i paesaggi che abbiamo visto? Dove sono i volti
delle persone amate? Ci sono davvero angoli nascosti nel nostro cervello che
custodiscono il mondo che abbiamo veduto? E se non fosse il cervello ma l’occhio
a custodire ogni immagine come se fosse uno scrigno? E ogni immagine un filo
della tessitura che è la realtà sensibile in cui ci muoviamo pensando di essere
osservatori, mentre attimo dopo attimo diventiamo immagini negli occhi di
qualcun altro? Non bastano l’acqua di tutti gli oceani e tutte le terre emerse
a difenderci dal nostro desiderio di ignoto e di avventura. Ogni immagine ne
chiama un’altra, non possiamo fermarci, per questo cerchiamo ogni giorno un
senso al nostro stare al mondo, un senso al nostro andare anche solo in un
sogno, in un luogo diverso da quello dove abitiamo. Tutto il mondo è una casa,
o forse una prigione come scriveva Marguerite Yourcenar, oltre i limiti di
questo pianeta non abbiamo libertà fisica di andare e tornare dalle stelle e
con fatica qualcuno lo ha fatto da e per la luna. Ma è abbastanza vasto questo
nostro mondo perché i paesaggi si moltiplichino e nessuno sguardo si ritrovi
senza nuove esplorazioni da fare. E se questo pianeta piccolo e azzurro,
lanciato a folle velocità in un universo dai confini inafferrabili non basta
alla nostra fame di immagini, possiamo immergerci nel mondo della nostra
immaginazione e lasciarci trasportare in altri luoghi. O ritornare in quelli
dove siamo già stati e che abbiamo amato affidandoci alla memoria e al silenzio
del nostro cuore che aspetta una nuova rivelazione quando è seduto in riva a un
mare tranquillo che chi ha chiamato alla contemplazione.
Un sentiero che si
biforca
Mi
lascio trasportare dalla
luce
in questo spazio che
ho
riconosciuto. Quando
sono
già stata in riva a questo
mare?
Quando ho respirato
questa
salsedine e il mirto
portato
dal vento? Quando
i
gigli hanno invaso questo
sentiero
che si biforca e
mi
obbliga a scegliere se
tornare
verso la casa dei
ricordi
o andare verso
quella
dell’ignoto? Mi sono
fermata
e non scelgo, non
ancora.
Posso rimandare e
chiedere
alle onde quale
strada
prendere, dove
andare,
per oggi almeno,
per
oggi soltanto.
È
la luce di un pomeriggio autunnale che mi porta tutte queste domande e una
poesia fatta di domande è l’unica risposta che trovo oggi giovedì 14 ottobre
del secondo anno senza Carnevale, per questa Cronaca 585 costellata com’è di
punti di domanda.
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