lunedì 4 ottobre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/575. Provare gioia per le gioie che provano gli altri, questo cambia il destino di un lunedì piovoso

 


 

Basta poco per rallegrare una giornata piovosa? Sì, basta poco, almeno per me. Oggi ho visto qualche foto del matrimonio di una splendida giovane donna, Agnese, con la quale ho avuto il piacere di lavorare qualche anno fa. Ma che belli lei e suo marito Andrea, così pieni di gioia e di futuro. In tutta la luce di queste immagini, la pioggia è passata in secondo piano.

È bello vedere altre persone gioiose, i gattini che giocano, i fiori che sbocciano, le stagioni che mutano, i bambini che vengono al mondo. Sono i cambiamenti a renderci gioiosi, quei cambiamenti che inverano quelle che erano solo promesse e speranze. Una nuova realtà si manifesta e noi possiamo provare gioia anche se non ci riguarda direttamente. Questo mi accade anche quando leggo un nuovo libro che mi piace, quando posso ammirare l’opera dell’ingegno umano in una nuova storia che mi avvince, come mi accade quando leggo a voce alta il romanzo di Elisabetta. Mi accade quando studio, mi accade quando scrivo, quando alzo il viso verso il cielo nuvoloso e amo le nuvole più dell’azzurro che nascondono, mi accade quando amo l’azzurro e non ho nostalgia delle nuvole, mi accade quando leggo le poesie del mio amico Danilo.

Capita, a volte, di incontrare persone incapaci di provare gioia per la gioia altrui, persone che arrivano a provare invidia anche se i traguardi raggiunti dagli altri non appartengono al loro orizzonte. Nei luoghi di lavoro, purtroppo, questo accade molto spesso anche se ho notato che sovente queste persone, oltre a provare un’invidia senza nome, amano dare cattive notizie al prossimo e se commentano i fatti del giorno è solo sulle notizie nefaste che si concentrano. È meglio stare alla larga da questa triste tipologia di umanità, quelli che si abbeverano nella tristezza altrui e ne godono, così come ci sono molte persone che amano circondarsi di collaboratori capaci e di premiare poi quelli meno brillanti, umiliando ogni qual volta possono le persone in gamba, arrivando a godere, perché sono dei sadici, narcisisti e manipolatori, delle umiliazioni che infliggono. Di certo vi è venuto in mente qualcuno tra i vostri e le vostre colleghe, così come tra i capi, che ha questo modo di relazionarsi col mondo. Non dategli retta e compatiteli, non sono persone capaci di abbandonarsi alla gioia, si nutrono di malessere e disperazione che hanno contribuito a creare. Ma la gioia no, non sono in grado di provarla, né di provocarla, tristi figuri appagati solo dal piccolo potere che viene loro dal ruolo e non da una reale autorevolezza. La gioia è al di là del loro orizzonte, perché hanno occhi troppo piccoli per poterla contemplare. Non si fidano di nessuno questi tristi figuri e conoscono solo la manipolazione, la seduzione e la piaggeria nei confronti dei potenti perché credono di vedersi in questi sguardi ciechi, annebbiati dal potere.

 

 

Il giardino dove le rose rifulgono

 

Quando la rosa fiorisce, non

teme l’oleandro di sfigurare.

Diverso è il colore dei suoi

petali, diverso il profumo e

non certo seducente come

quello che la rosa fiorita

emana. Ma così come

la rosa fiorisce senza un

perché e dona bellezza al

mondo, così l’oleandro occupa

il diverso spazio ai bordi dei

giardini, lungo le autostrade,

resiste al vento e al sole più

crudo, perché sa che la rosa

è delicata e ha bisogno di

giardini appartati che l’oleandro

meridiano custodisce, perché

le rose possano rifulgere in

tutta la loro fragile bellezza.

 

 

Certi giorni mi basta davvero poco, l’immagine di una giovane sposa che sorride, il rombo del tuono così fuori stagione, per essere piena di gioia e di gratitudine.

Oggi è lunedì 4 ottobre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 575 è acquattata nel giardino degli sposi perché vorrebbe acchiappare il bouquet di Agnese.

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