Stavamo facendo una passeggiata verso le Montagne della Nebbia, dopo questa lunga estate stanno ritornando le amiche e gli amici. Per prima è arrivata la sacerdotessa e mi ha proposto di accompagnarla perché doveva cercare certe erbe officinali che si trovano sull’Altipiano della Luna, in una zona non troppo lontana dalla nostra casa. Nella passeggiata ci hanno accompagnato i lupi, gioiosi e silenziosi come sempre. Allora la sacerdotessa mi ha raccontato una storia accaduta prima che io arrivassi in quella terra.
“Stavo
passeggiando con la mia amica badessa e i lupi ci precedevano sul sentiero, poi
si sono fermati di colpo. Un enorme serpente con occhi di fuoco ci sbarrava la
strada. Ci ha fissato a lungo mentre i lupi hanno iniziato a ringhiare. Ma non
c’è stato bisogno che lo attaccassero perché un orso nero si è avventato sul
serpente. A tratti sembrava che fosse proprio lui, con le sue spire potenti, ad
avere la meglio sull’orso. Poi è apparso un cane, minuscolo rispetto ai due
contendenti ingaggiati in una lotta all’ultimo sangue. Era un bassotto nero
focato che non ha esitato ad avventarsi sul groviglio di bestie feroci e ha
morso il serpente alla testa. Subito le spire si sono sciolte, il serpente con
un movimento brusco ha scagliato il cagnolino lontano e si è arrotolato su se
stesso, inferocito e pronto ad avventarsi su di noi che eravamo bloccate,
ipnotizzate da quella scena. Avrei voluto gridare, e se ci fossi riuscita avrei
urlato “Mamma!” come se davvero lei avesse potuto intervenire e salvarci da
quella minaccia. Ma non accadde nulla di quel che immaginavamo, perché dal
cielo scese in picchiata un’aquila maestosa e colpì il serpente agli occhi col
becco e poi lo afferrò con gli artigli e lo portò in volo con sé e non li
abbiamo più veduti, tanto l’aquila era salita in alto. Solo dopo qualche giorno
era ritornata e ci aveva deposto sul prato davanti a casa quella pelle lucida e
nera che era appartenuta al serpente. La testa era squarciata come il ventre,
mi faceva orrore, ma il sapiente guerriero la recuperò e mi disse che l’avrebbe
utilizzata per ricoprire antichi manuali le cui copertine iniziavano a
sfaldarsi. Non so se poi l’abbia fatto davvero, ma non potrò mai dimenticare la
paralisi davanti a quella creatura ctonia che sembrava ci stesse aspettando. L’aquila
tornò ancora e depose diverse penne sul prato della Casa delle Parole e anche l’orso
venne a donare tre artigli all’antico sapiente. Scoprimmo poi che il bassottino
era di proprietà delle tre sorelle che lo lasciavano scorrazzare in piena
libertà e da quel giorno diventò un compagno costante delle mie passeggiate”.
Era
una strana storia, piena di simboli, mi sono chiesta se davvero fosse accaduta
quella lotta tra quei quattro animali. La dimensione simbolica era potentissima
e così mi sono riproposta di analizzare con calma quelle presenze e il loro
legame con i quattro elementi.
Mi
piace stare in questa terra, è sempre piena di sorprese, di incontri. Ma sono
dovuta tornare nella città silenziosa, avevo molte cose da fare, da scrivere. E
così tornerò dalla sacerdotessa nei prossimi giorni. Oggi è mercoledì 29
settembre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 570 sta ancora
giocando con l’irresistibile bassotto.
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