Oggi una giornata di lavoro intenso, di letture e di parole da ascoltare e silenzi da decifrare. Una giornata dove Milano stava in Iran e poi a Parigi e dove Roma era stesa a prendere il sole sulla spiaggia di Praia a mare. Quante storie vere da ascoltare, quante storie inventate più vere del vero e quanto silenzio tra gli alberi e le foglie in quest’ultima giornata d’estate.
Una lingua senza
alfabeto
Guardo
il silenzio, un modo
diverso
per imparare l’attesa
e
la quiete. Prende la forma del
vento
il silenzio, a volte il volo
dell’airone
sulla superficie del
lago
lo fa rifulgere prima della
caduta.
Guardo il silenzio per
meglio
comprendere le parole e
ogni
volto ne dispone un frammento
sulla
superficie del tempo dove
possiamo
imparare a leggere questa
lingua
priva di sillabe e vocaboli, priva
anche
dell’alfabeto, non ne ha
bisogno
perché è tutto il mondo
che
scrive la nostra storia, tempo
nel
tempo, silenzio nel silenzio.
Oggi
abbiamo salutato l’estate celebrando le ultime ore all’aria aperta, portoni
spalancati su cortili antichi, mobili dimenticati, una stufa di ghisa e un
romanzo bellissimo da finire che mi sta aspettando e che spero tra qualche
tempo potrete leggere anche voi. Vero Elisabetta?
L’estate del secondo anno senza Carnevale è finita oggi martedì 21 settembre con questa Cronaca 562 e luce, tutta la luce intorno che stava prendendo commiato.
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