Sono gli ultimi giorni in cui potrò passeggiare in riva al mare, l’acqua è ancora tiepida, ma l’aria sempre più fredda. E la luce è cambiata più ancora di acqua e aria. Tra poco più di dieci giorni sarà autunno, gli alberi lo sanno già. Nella città silenziosa le foglie sono imbrunite da un giorno con l’altro, non si sentono più le cicale di giorno e i grilli di notte. Tutto tace nel cielo, tutto si prepara alla lenta ritirata verso la prima stagione di mezzo, quando bisogna prepararsi al freddo inverno, quando il mare e i bagni saranno un piacevole ricordo, così come le passeggiate all’aria aperta, come le giornate lunghe, il venticello che rinfresca, le angurie, i sogni nell’amaca. Oggi, almeno per la nostra parte di mondo, è un giorno di commemorazione per ciò che accadde negli Stati Uniti vent’anni fa. Come tutti ricordo cosa stavo facendo quel pomeriggio, ricordo lo sgomento, la rabbia, la paura. Oggi lo sgomento e la paura sono legati alla pandemia che non dà il minimo cenno di smettere, è ormai più di un anno e mezzo che ci viviamo immersi, ora abbiamo i vaccini, siamo più protetti e meno persone muoiono. Ma l’idea che questo virus non scomparirà per ancora lungo tempo è un pensiero, per non dire una certezza, che mi accompagna giorno dopo giorno. Per questo continuo a scrivere queste Cronache, anche in giorni come questo dove il silenzio mi sembra più appropriato. Ma poi penso anche che questo esercizio quotidiano, è diventato per me un appuntamento che non voglio e non posso mancare.
Il pensiero della
terra non riguarda solo le radici
Come
cade la luce in
questo
giorno, cade
silenziosa
come fosse
neve,
le foglie hanno
già
accettato l’autunno
che
viene e hanno
indossato
gli abiti
dorati,
e danzeranno
in
un vortice l’ultimo
ballo
con il vento, quel
giro
felice che avrà
un
esito noto solo agli
alberi,
per le foglie sarà
un
esordio e allo stesso tempo
l’ultima
volta che vedranno
il
cielo così vicino e
penseranno
che il pensiero
della
terra riguarda solo
le
radici, ignare come
sono
del silenzio che le
aspetta,
prima di tornare
nella
prossima stagione chiara.
Non
è difficile sentirsi come le foglie in un giorno come questo, dove il sole ci
strappa ancora sospiri languidi e dove alziamo la testa e chiudiamo gli occhi
in compagnia dei gatti.
Oggi
è sabato 11 settembre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 552
splende con il bagliore delle foglie che stanno per staccarsi dal loro ramo.
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