Nessuna città possiede solo un cuore e un solo respiro, ogni quartiere, ogni borgo racchiudono nelle pietre, nei muri, nei soffitti, ombre del tempo che è stato, respiri e storie. Ogni casa è una storia, almeno una. Anche noi non siamo, alla fine che una storia, una storia che forse verrà raccontata, lascerà una traccia, un’immagine in una fotografia scattata quasi per caso. Dopo il tremendo nubifragio di ieri sera, la morbida luce di settembre ha preso il sopravvento e ha arrotondato tutto il panorama intorno. Case basse, due piani al massimo, un paio di palazzetti che risalgono ad epoca medioevale, vecchie trattorie che sembra di tornare negli anni Cinquanta e in due si spende meno della metà di quanto non costerebbe il medesimo pranzo in uno dei ristoranti alla moda nei quartieri più centrali. Poi alberi antichi, persone anziane che giocano a carte, bambini che si rincorrono in bicicletta, la vecchia biblioteca aperta sui giardini. Ora ci sono tavoli e sedute di granito in questo giardino, per arrivarci si passa davanti a un enorme fico carico di frutti maturi che una miriade di uccellini si contende. Oggi pomeriggio a uno di quei tavoli si sono sedute due scrittrici che stanno leggendo reciprocamente il loro nuovo romanzo. Poi è scattata una magia e quella più matura ha iniziato a leggere ad alta voce il romanzo della scrittrice giovane. E che meraviglia sentire una storia che inizia a Roma e poi si espande, cresce e arriva sino a Persepoli. L’antica città risorge nel deserto e nel racconto, le fontane, i giardini, i mosaici, i leoni alati, le mani prudenti degli archeologi che recuperano un frammento dopo l’altro di quel che è rimasto di un passato remoto di cui possiamo leggere solo nei libri. Se l’archeologo scava nella terra, lo scrittore scava nel tempo, nella memoria e nell’immaginazione. Mescola ricordi propri e di altri, inventa, mescola frammenti di letture antiche, un’immagine che ha visto su una rivista, mescola e una storia nuova prende forma. Ha solo parole lo scrittore per dare vita alle creature che vivono nella carta e che passeranno la maggior parte della loro vita chiusi nelle pagine di un libro, e respireranno solo quando un lettore aprirà quel libro e darà loro vita e respiro. I libri non vivono solo nella memoria di chi li ha scritti, vivono anche nella memoria di chi li legge e li rilegge, poi li custodisce nella sua biblioteca, li dona a qualcuno che ama. Ne compra una copia nuova per farne dono un giorno che forse arriverà. E forse arriverà il giorno in cui una scrittrice, ricorderà quel pomeriggio lontano, la voce dell’amica che legge il suo romanzo, le annotazioni rapide a penna e poi quella luce dolce di settembre tutto intorno. I bambini torneranno a correre e a giocare. Arriverà un labrador marrone e due donne anziane si fermeranno a chiacchierare proprio vicino a loro. Il tempo si sarà piegato, si infilerà in quella pagina appena scritta, e l’istante diventerà un frammento di eternità.
La
Cronaca 558 di venerdì 17 settembre del secondo anno senza Carnevale ama molto
passeggiare per le antiche vie di Baggio, dove Milano sembra un’altra città.
1 commento:
La lecture est prenante, c'est-à dire très émouvante. Sans doute parce que chacun de nous peut y revivre ce qu'il a vécu à la veille d'un automne doré par le déclin du soleil sur l'horizon, et par la couleur des feuilles qui s'accrochent encore sur les branches ...
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