Ci
sono giornate perfette e rotonde, ci sono giornate come questa dove non si può
stare chiusi in casa a leggere e basta, ci sono giornate dove devo uscire e
quel che voglio leggere sono le storie portate dal vento e dalle foglie, le
storie nelle voci dei bambini che escono da scuola e ridono e schiamazzano.
Dove non ci sono voci umane e più facile riuscire ad ascoltare il silenzio, ma
il privilegio del vivere in città sta proprio in questa molteplicità delle voci
che moltiplica la qualità e la consistenza del silenzio.
Ogni silenzio chiama un altro silenzio
Chiamiamo
silenzio tutto
ciò
non è intessuto con
le
nostre voci. Così
ascoltiamo
il silenzio
delle
foglie e quello
del
vento, il silenzio della
scuola
e quello del
selciato.
Ogni silenzio
chiama
un altro silenzio,
ogni
silenzio è una diversa
qualità
delle voci che non
sono
la nostra, ogni silenzio
è
un mondo e il mondo
cerca
anche il nostro
silenzio,
cioè l’ombra
delle
nostre parole.
Oggi è venerdì 24 settembre del secondo anno senza Carnevale e sono stata in giro ad ascoltare i silenzi e non le voci, com’è vario il mondo, come sono ricchi i contrasti e le sfumature. Ora posso scrivere di ogni silenzio nuovo che ho scoperto e arricchire così il mio catalogo del mondo cui unisco questa silenziosa e ombreggiata Cronaca 565.
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