Ora
che sono seduta e assorta nella quiete della casa, riprendo in mano le ultime
pagine scritte, le rileggo e correggo, cancello, tolgo frasi, inserisco parole
nuove. È sempre una sorpresa ritornare sui propri scritti e scoprire cose che
neanche sapevamo di avere scritto. Intanto l’estate continua a ritirarsi dai
luoghi e dagli oggetti, ma lascia dietro di se una luce che profuma di miele e
lavanda.
Il mese della nostalgia dorata
Cosa
nasconde la dolce luce di
settembre?
Restiamo
affascinati
dall’aura dorata che
circonda
le cose, tutto sembra
avvolto
dal miele, e per questo
non
riusciamo a cogliere quanto
sia
duro accettare gli ultimi bagliori
della
vita che si ritira. Solo sulle
più
alte montagne, nell’arido
panorama
di pietre c’è scritto
il
futuro di ogni stagione. Come
api
impazzite ci fidiamo solo
di
tutto l’oro che ci acceca e
quando
saremo di nuovo
sobri,
ecco che le foglie saranno
tutte
a terra e non ci sarà
felicità
se non nella fiamma che
arde
nel camino. Per questo
affrontiamo
la stagione fredda
in
bilico tra il ricordo di quel che
è
stato e la speranza di quel che
sarà.
Ma dobbiamo abbracciare
il
freddo e diventare seguaci
della
neve, dimenticare che
non
ci sono né api né rondini
e
che le ultime rose sono gelate
in
fondo al giardino.
Tra questi oggetti e questi libri, le vecchie fotografie mi raccontano storie e io ascolto e scrivo. Ci saranno storie che chiederanno di essere raccontate, ci saranno nuove storie e nuovi quaderni nei giorni che verranno dopo questo sabato 4 settembre del secondo anno senza Carnevale e la sua Cronaca 545 che ancora si intinge nel miele e non si arrende al freddo che viene.
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