Facciamo sempre le stesse cose, eppure ogni giorno è diverso, eppure ogni giorno è uguale. Non siamo noi a stabilire l’ordito, è l’ordine del tempo a plasmarlo. Ma la trama è nostra, nostra la tessitura. Anche in spazi minimi e senza cielo, possiamo definire come saranno le ore del giorno e tirare i fili quando la sera sarà arrivata.
La
stagione chiara che sta arrivando
Cosa potremmo offrire a questo giorno
che ancora non abbiamo dato? Sue
sono le tre sillabe d’argento portate
dal mattino, sue sono le pietre che
ho deposto sulla riva del fiume e
suo è il vento che ci sfiora nel nostro
solito cammino. Ora che è sera è tempo
del fuoco diventare dono insieme alle
arance che risplendono sul tavolo, si
sentono i canti degli uccellini in fondo
al giardino. Ma forse è solo un sogno,
un desiderio per la stagione chiara che
sta arrivando.
La sera è l’ora dei libri, si accendono le luci nei punti
migliori per leggere, la casa ripiega le ali e si prepara alla notte. Non sempre
è un uccello migratore la mia casa. A volte è un veliero alla ricerca di un
nuovo approdo, a volte è una slitta che attraversa la tundra siberiana mentre
la neve cade e muta i contorni alle betulle. Solo il silenzio è sempre lo
stesso, sfiora il capo di ciascuno e dormono i pesci sul fondo del mare e il
gelo è una coperta ricamata, una quiete altissima avvolge ogni cosa, e noi
possiamo scendere in un libro e iniziare una vita diversa e nuova.
Oggi è martedì 16 febbraio del secondo anno senza
Carnevale. La stagione chiara che sta
arrivando è inedita e l’ho scritta per questa Cronaca 345.
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