Oggi ho parlato a lungo, durante l’incontro organizzato
con l’associazione Apriti Cielo, dell’amicizia tra le scrittrici Virginia Woolf
e Katherine Mansfield che non mi stanco mai di leggere e rileggere.
Il loro mondo è stato catturato prima dall’unicità del
loro sguardo e poi dalle loro parole. Se le scene della Mansfield mi fanno a
pensare a una Polaroid, quelle della Woolf sono dei campi lunghi. Entrambe hanno
doti straordinarie e le vite difficili che hanno vissuto, hanno contribuito, a
rendere così nitida la loro scrittura che non invecchia mai.
Dai diari e dalle lettere di entrambe è possibile
comprendere i termini dell’amicizia e della gelosia che di tanto in tanto le
prendeva, ma era soprattutto la Woolf a provare invidia, Katherine fu l’unica
scrittrice verso la quale provò questo sentimento. Insieme al rimpianto, dopo
la sua morte, di non averla più come lettrice, come parte di quel “pubblico di
due persone” che insieme costituivano.
Tanto ci sarebbe da scrivere ancora e, forse, lo farò.
Voglio chiudere questa Cronaca 338, di martedì 9
febbraio del secondo anno senza Carnevale, con una poesia che ho scritto
qualche anno fa e che appartiene alla raccolta Un’estate invincibile (Atì editore 2019), di quella passeggiata è
rimasta una traccia nei diari e nelle lettere, ma niente è stato scritto sul
contenuto della loro conversazione.
Scena
da una passeggiata di Katherine e Virginia
Tocco la corteccia dell’albero che
chiami platano, sull’angolo della
tua strada vedo la tua casa in
fondo e cerco un senso a questo
mio vagabondare.
Ogni senso è poroso e lascia
passare più sentimenti che
ragioni.
Sillabo il tuo nome con la punta
delle dita e il platano risponde
scuotendo i rami e vedo una
foglia perfetta staccarsi e in volo
arrivare sino alla tua finestra.
Ti vedo prendere la foglia, ti
vedo accarezzare la sua pelle
non liscia e poi ti vedo guardare
verso il cielo, in alto, più in alto.
Poggi la foglia sulla tua guancia,
la baci una volta e poi
ancora. E lasci che il vento
la strappi e io aspetto per
vedere se torna e abbraccio
il platano che conosce il nostro
segreto.
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