È quieto questo giorno d’inverno, una luce azzurrina filtra tra la coltre delle nubi e un paesaggio inaspettato si apre nella mia mente.
Basta così poco per respirare a fondo guardando questa luce e lasciando che i pensieri si aggrappino alle nuvole.
Una vita da nuvola
Vorrei restare appesa nella tua
scia e
andare dove ti portano
i pensieri,
ma la terra mi tiene
salda in
questa dimensione e
posso solo
immaginare come
dev’essere
la vita di una nuvola
libera e
gioiosa.
Guardiamo con ammirazione a ciò che pensiamo sarebbe meraviglioso diventare:
La prima forma è sempre transitoria
Io fremo nel
guardare la libertà del
fiume e
delle sue acque verdi, tutto
il tempo
penso che vorrei io pure
scorrere e
non svolazzare. Ma
proprio
mentre mi sconsolo, una
scossa mi
esplode al centro
e divento
pioggia e divento fiume.
Nessuno è mai
definitivo nella
prima forma che
impara ad
amare.
Oggi ho
passato un sacco di tempo a guardare il cielo e le nuvole, a bearmi nel
passaggio dalla città silenziosa alla terra delle Montagne della Nebbia.
I lupi mi sono corsi incontro, sembra che mi sorridano. Forse perché sanno che io sono la prima forma non definitiva dell’anima di una poetessa che ama anche narrare storie.
Mi fermo qui, stasera, perché la giornata è stata intensa e dopo le poesie non voglio dire molto altro in tutta questa quiete.
Oggi è venerdì 18 dicembre dell’anno senza Carnevale, il silenzio sta conquistando le strade e la notte, possiamo noi pure raggomitolarci come gatti e sognare di stare correndo in giardino dietro alla farfalla più colorata.
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