Di cosa è
fatta l’amicizia? Perché si diventa amiche? Come per l’amore è il caso a
scegliere il luogo dove persone delle più svariate provenienze si incontrano e
smettono di essere sconosciute. I luoghi di lavoro sono il principale veicolo
di storie d’amore e di storie d’amicizia.
Ci si trova a fare lavori simili, si inizia parlando di lavoro e poi della propria vita personale e familiare. I figli e i mariti, la fatica della vita quotidiana per riuscire a reggere i ritmi di lavoro pensati per maschi con moglie o madre a casa che bada alla loro vita, non certo per donne che vogliono trarre soddisfazione da quello che fanno e che cercano, allo stesso tempo, di essere buone madri e buone mogli, compagne e figlie.
Ho conosciuto grazie al lavoro molte delle mie amiche e amici, molti altri li ho incontrati grazie alla poesia. Due mondi separati che di rado si sono sfiorati nel corso del tempo, con qualche eccezione dove la passione comune per i libri ha reso ancora più stretti i legami, vero Rossana?
Ho già fatto diversi elenchi di nomi di persone che sono o sono state importanti nel corso della mia vita e non voglio rifare l’elenco completo ora. Oggi voglio dedicare queste mie righe serali alle Paole o Paoline, le chiamo sempre così al plurale, tutte e tre ci chiamiamo anche Paola per via della nascita a ridosso del 29 giugno, festività dei Santi Pietro e Paolo.
Le Paole erano amiche tra loro da tempo prima che il caso facesse sì che Paola del giardino, come l’ha chiamata mia madre da subito, diventasse la mia compagna di banco in una triste palazzina di uffici che era stata il magazzino di una tipografia fino a non molto tempo prima del nostro arrivo. L’altra Paola mi guardava sempre con un po’ di diffidenza, ma poi, poco a poco ecco che ci siamo conosciute e abbiamo iniziato a raccontarci, a sostenerci e questa triplice amicizia ha reso quegli anni più ricchi e anche sopportabili.
Non voglio parlare di me e di loro, non di noi, anche se siamo molto ricche di storie e di esperienza ormai, voglio solo dire di queste ore che abbiamo trascorso insieme oggi pomeriggio, del calore nel luogo che ci ha ospitate, delle mascherine che non abbiamo mai tolto, della distanza, del tè bollente, dei biscottini di pasta di mandorle, del calore rinato grazie alle confidenze, dell’albero di Natale bidimensionale ma bello come se fosse stato un abete vero.
Abbiamo parlato di tutto, come sempre, soprattutto abbiamo parlato dei viaggi che abbiamo fatto e di quelli che vorremmo fare.
Se il 2021 è ancora avvolto in una nebulosa, il 2022 ha già il sentore dell’anno di una nuova vita, di una rinascita possibile.
Allora brindo alle mie amiche con cui ho trascorso il pomeriggio in un luogo molto gradevole e confortevole, brindo agli anni trascorsi insieme che ci hanno lasciato il dono dell’amicizia, brindo alle altre amiche che il lavoro mi ha donato in tutti questi anni. Questi pensieri sono per voi care, carissime (e in ordine di apparizione): Simona P., Rossana K., Edith B., Barbara G., Paola M., Paola S., Lucia T., Roberta D., Marta S., Annalisa B., Marta B., Maria M., Loredana S., Elena G. e Greta C.
Sono una donna molto ricca anche grazie a voi e non importa se negli anni alcune amicizie si sono fatte più forti e altre allentate, perché so che ci siete e che ci sarete. Alcune amicizie sono pianticelle appena sbocciate ma hanno radici profonde, altre sono piccoli tronchi che hanno bisogno di terra nuova, il misterioso giardiniere che ci ha fatte incontrare ci darà una mano.
Agli amici maschi che non ho volutamente incluso in queste righe, dedicherò uno spazio in un’altra Cronaca.
Sulla città silenziosa piove da giorni, il Natale è un pallido fantasma e stiamo provando a resistere.
Oggi è il giorno dell’Immacolata, martedì 8 dicembre del primo anno senza Carnevale. L’amicizia è un gatto che ci ha scelto, inutile resistere, bisogna solo ricambiare le testate, gli strofinii e le zampatine.
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