gli spazi che sono danaro, costruiti ad arte,
regolari, puliti, dipinti di bianco,
riparano dal freddo
ma tengono al caldo anche la furia degli abitanti.
La forma ad uncino di un movimento,
l’eccesso di forze nelle spalle e nel collo
chiusi nel tepore di casa di giorno e di notte
si cuociono piano, lievitano,
diventano muscoli, braccia che remano contro.
Ah, se fossero qui, adesso, tutte le inclinazioni
delle colline
ad allargare l’aria di questo soggiorno…
Facciamo che vengano, che vengano a grappoli
quelle appena accennate, ancora quasi pianura
e quelle pericolose dove non si pianta nemmeno la
vite
e vengano le superfici concave, con acque di
ristagno,
con salici, con pioppi alti, fruscianti
e vengano, piegati qua dentro, tutti i campi dell’Oltrepò.
Annalisa Manstretta
Il sole visto di lato
Il sole visto di lato
Il Passo di Efesto - Poesia
Atì editore 2012
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