Autoritratto a letto
Per certi visitatori immaginari avevo una sedia
di vimini trovata nella spazzatura.
Al posto del sedile c'era un buco
e le gambe non reggevano bene
ma aveva ancora un aspetto elegante.
Io non mi ci sono mai seduto,
anche se con un cuscino si può,
con un po' d'attenzione, a ginocchi stretti
come fece lei una volta,
buttata indietro a ridere di quanto fosse scomodo.
La lampada sul comodino
si impegnava a conferire
alla stanza un'aria di mistero.
C'era anche uno specchio che dava
a ogni cosa un tremolio come la boccia dei pesci
se mi voltavo da quella parte,
col naso rosso, pronto a starnutire,
un pesante berretto di lana calcato sulle orecchie,
leggendo uno dei russi sotto le coperte,
preoccupato per la mia anima, questo è certo.
Charles Simic
Club Midnight
traduzione di Nicola Gardini
Adelphi 2005
Self-Portrait in Bed
For imaginary visitors, I had a chair
Made of cane I found in the trash.
There was a hole where its seat was
And its legs were wobbly
But it still gave a dignified appearance.
I myself never sat in it, though
With the help of a pillow one could do that
Carefully, with knees drawn together
The way she did once,
Leaning back to laugh at her discomfort.
The lamp on the night table
Did what it could to bestow
An air of mystery to the room.
There was a mirror, too, that made
Everything waver as in a fishbowl
If I happened to look that way,
Red-nosed, about to sneeze,
With a thick wool cap pulled over my ears,
Reading some Russian in bed,
Worrying about my soul, I'm sure.
2 settimane fa
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