La fame era un’ottima disciplina
Ti veniva un gran fame quando non mangiavi abbastanza a Parigi, perché tutti i panettieri avevano cose buonissime in vetrina e la gente mangiava fuori ai tavoli sui marciapiedi, così che bevevi il cibo e ne sentivi l’odore. Quando saltavi i pasti nel periodo in cui avevi mollato il giornalismo e non scrivevi niente che in America qualcuno avrebbe comperato, spiegando a casa che andavi a pranzo fuori con qualcuno, il posto migliore per farlo erano i giardini del Luxembourg dove non vedevi e fiutavi niente da mangiare per tutta la strada da place de l’Observatoire fino a rue de Vaugirard. Lì potevi sempre entrare al Museo del Luxembourg e tutti i quadri erano più intensi e più chiari e più belli se eri a pancia vuota con la fame da lupo. Io imparai a capire Cézanne molto meglio e a vedere precisamente come faceva i paesaggi quando avevo fame. Mi domandavo sempre se anche lui non fosse affamato quando dipingeva; ma pensavo che era possibile che si fosse soltanto dimenticato di mangiare.
Era uno di quei pensieri assurdi ma illuminanti che ti vengono quando non hai dormito oppure sei affamato. Più tardi pensai che Cézanne probabilmente era affamato in un altro senso.
Ernest Hemingway
Festa mobile
traduzione di Luigi Lunari
edizione restaurata
Oscar Mondadori giugno 2011
2 settimane fa
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