Quando è successo che hai smesso di guardare il cielo, se non per cercarvi la pioggia e il sereno? Il giorno giusto per salire in groppa al cavallo e lanciarti al lungo viaggio? Quando è successo che non hai più veduto le costellazioni, con quello spazio nero lì, tra le stelle, che aspetta la tua Lira per colmarsi ancora? Senti ora le sfere celesti che ruotando su loro stesse ciascuna per il suo asse e la sua orbita producono una musica che solo ai poeti e agli uccelli e agli dèi è dato di ascoltare? Io non posso che suggerirtela, ma tu: se sei poeta tu, Orfeo: la senti. Resta ora steso con me nella terra di giugno, confuso tra le lucciole nel buio profondo e remoto, silenzioso, immoto, e aspetta che la volta si abbassi su di noi, che ci accolga fino a che la luna rossa all'orizzonte e bassa scacci via tutti gli astri e arrivi a raccontarci un altro tempo: un tempo che gli uomini intravedono e a esso tendono, e poiché sanno che sfugge loro, per esso si struggono.
Valeria Parrella
Assenza
Euridice e Orfeo
Bompiani 2015
2 settimane fa
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