lunedì 20 giugno 2016

notturna voce che scava fino al nome e muta in tenebra il suo canto

(da Osip Mandel'štam )


Non parlava con me il mio paese
non mi leggeva. Ora vuole un canto
lunghissimo, di gola – che si accordi
con fessure di terra e tremi
nelle cose.
Non parlava con me il mio paese. Ora di colpo
mi ha infiammato come un fuoco di bosco,
toccando appena il fuscello della lingua, lasciando che il palato
ardesse a cupola nel corpo.
Mi ha dato tempo e notte.
La voce si è levata prodigiosa
dimessa, nel secolo che cresce sul millennio
né lupo, né scoiattolo, non una bestia in fuga
ma pelle che si somma nel buio ad altre pelli
arata-notte nel tramestio di foglie
notturna voce che scava fino al nome
e muta in tenebra il suo canto e dice: anch'io
nata a dicembre, il ventidue, sulla punta dell’anno che si spegne.

Antonella Anedda
Nomi distanti
Empiria 1998

Parlava con me il mio paese,
mi dava corda, mi faceva la predica, non mi aveva letto,
ma fattomi forte mi ha visto
come teste oculare, e di colpo, come una lente,
mi ha infiammato col raggio dell’Ammiragliato.

Osip Mandel'štam
traduzione di Maurizia Calusio
Mondadori 1995

Nessun commento: