LA NOTTE, LA VERANDA
Fissare il nulla e imparare a memoria
quello in cui noi tutti verremo spazzati, e spogliarsi
al vento e sentire l’inafferrabile luogo che si fa vicino.
Le piante possono ondeggiare o stare ferme. Il giorno o la notte possono essere quello che vogliono.
Quello che desideriamo, più che una stagione o un clima, è la consolazione
di essere estranei, almeno a noi stessi. Questo è il nocciolo
della questione, ed è il motivo per cui anche adesso sembriamo aspettare
qualcosa la cui apparizione sarebbe il suo svanire –
il rumore, ad esempio, di qualche foglia che cade, o di una foglia sola,
o meno. Non c’è fine a quanto possiamo imparare. Il libro là fuori
non dice di più, e non è stato affatto scritto con in mente noi.
a cura di Dario Abeni
Mark Strand
Il futuro non è più quello di una voltaa cura di Dario Abeni
minimum fax 2006
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