Pomeriggio
Ho capito che il pomeriggio si andava chiudendo –
e non importa se non eri con me –
quando ho visto una stella dalla finestra.
Ma va bene così. Non c’è pomeriggio
che possa durare per sempre, né cielo perennemente arancione,
né aereo sospeso in aria a metà strada per chissà dove,
getto e nuvola non eludono le leggi dell’acqua,
il fumo non torna alla prima vampa di fuoco,
l’albero non ha foglia che possa continuare a cadere
attraverso un mondo dove è sempre pomeriggio.
Pomeriggio – la parola stessa è grata all’orecchio
piena di una tenera p e quelle g, quelle g strusciate
che si sciolgono inghiottite dalla lingua.
Lo amiamo perché ci abbandona, diventa sera.
dal blog Sinestetica
L'autore è Andrew Jamison, irlandese, poeta.
La traduttrice è Monica Pareschi
Afternoon
for C. H.
I knew the afternoon was coming to a close—
and it’s all right that you weren’t there with me—
as I made out a star from my window.
But that was fine. There is no afternoon
that can go on forever, no sky permanently orange,
no plane hang in the air halfway to wherever,
no jet stream and no cloud elude the laws of water,
no smoke rejoin the first flame of the fire,
no tree with no leaf that can fall over and over
through a world where it is always afternoon.
Afternoon—the word itself is easy on the ear
full of a soft f and those, those slowed-up os
that melt away to nothing on the tongue.
We love it because it leaves us, becomes evening.
2 settimane fa
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