Perché scrivi?
Potrei dire che ricordo di aver scritto poesie per ragioni molto diverse fra loro: per tristezza e per euforia, per custodire un’esperienza e per cancellarla, per risarcirmi d’una mancanza e per investire un sovrappiù di gioia.
Potrei dire che ricordo di aver scritto poesie per ragioni molto diverse fra loro: per tristezza e per euforia, per custodire un’esperienza e per cancellarla, per risarcirmi d’una mancanza e per investire un sovrappiù di gioia.
Ma forse ciò che ricordo è soltanto
che queste motivazioni mi sono parse via via momentaneamente e magari
irresistibilmente credibili – via via e, per così dire, nel contesto o
nell’alone emotivo di quella determinata poesia.
E così, se mi provo a
generalizzare, l’unica cosa che ritrovo ogni volta e sulla quale, se ne fossi
capace, potrei costruire una risposta «teorica» è qualcosa di infinitamente
meno personale, qualcosa che mi riguarda non come individuo, ma come
appartenente alla specie: l’istinto di sopravvivenza.
Giovanni Raboni
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