La luce delle cose, la ricerca di un punto speciale di osservazione che illumini gli oggetti, la realtà, le sfumature che si intravedono, le nostre percezioni colpite, attraversate, i turbamenti che muovono la ricezione, lasciano un'impronta nell'intimo, suscitano domande, a volte inquietudini. E la luce si lega da subito alla voce, “voce che sale e si ferma perché intuisce la distanza di ciò che è verticale, di quello spazio – un grande, un piccolo abisso – che ci separa dalle cose”.
Tuttavia è la scrittura a cui viene consegnata questa epifanìa notturna, fogli scritti di giorno in giorno, al calare della luce, nei momenti d’ombra della notte che dilatano gli spazi e allenano gli occhi a osservazioni nuove, non tanto perché vengano conservati, ma condivisi. C’è la scelta di una indagine da tenere nelle tracce sotterranee dell’ombra, perché favorevoli alla riflessione, all'approfondimento, e c’è il desiderio di condivisione come limite spaziale e temporale oltre il quale affacciarsi.
Gabriella Musetti
La luce delle cose
Breve indagine sulla poesia di Antonella Anedda
in
Terra e Parole.
Donne / Scrittura / Paesaggi
a cura di Roberta Falcone e Serena Guarracino
Società Italiane delle Letterate 2016
2 settimane fa
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