Scrivere, dipingere, far musica, esigono soprattutto un grande amore. Poi un grande abbandono a se stessi. Avere la coscienza che la parola che dico è la parola mia, del mio mondo, della mia emozione, della mia espressività, e lo è in modo insostituibile. Perché se scrivo un verso è il mio verso; tant'è che posso riconoscere subito un verso di Leopardi, uno di Shakespeare: quella è la loro voce, è quel loro particolare modo di essere che sviluppa quella sonorità particolare, anche se poi ci sono ritmi e segni comuni a tutti noi.
Franco Loi
incipit dell'articolo pubblicato sul Domenicale del Sole 24 Ore il 6 settembre 2015
2 settimane fa
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