Siamo noi la coppia di gufi spaventata dall’incendio
– tu li hai visti – occhi fissi, gridavano attorno,
volavano in cerchio.
E siamo l’armadillo stanato dal fuoco:
all’improvviso appare, silenzioso, rigido di paura,
e coda tra le gambe scappa.
E l’alce notturna siamo, gigantesca, informe
sotto la luna piena, che ti annusa e odora di selvaggio.
E questa pioggia fredda, battente, triste
che oggi scende dal cielo di Milano – che tu non vedi –
siamo noi.
Altri gufi a coppie nei nidi tra le rocce dietro casa tua
adesso fanno uova, cacciano i rospi di notte quando piove.
Dalle foreste del nord, nella notte, con la luna
altre alci sbucano sulle strade degli uomini. Li annusano.
Riconosciti, siamo noi. Non scappare più. Non precipitare.
Questa è la poesia - inedita - che Annalisa Manstretta ha dedicato a Elizabeth Bishop per lo spettacolo Nel grembo di ogni voce, andato in scena lo scorso 2 marzo a Bergamo.
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