Per il lettore, la scrittura deve essere come il vetro di una finestra, che è lì senza che ce ne accorgiamo, e che non richiama l’attenzione su di sé, ma piuttosto su ciò che traspare (un vetro che attira l’attenzione su di sé non è un umile vetro, ma una vanitosa vetrata); ovviamente, questa è solo un’impressione, e oltretutto falsa – la scrittura non lascia trasparire la realtà: la crea –, ma è un’impressione necessaria: in questa magia consiste parte importante dell’incantesimo della letteratura.
Javier Cercas
La Stampa 4 marzo 2013
2 settimane fa
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