Viaggio tutti i giorni in metropolitana nella tratta che va verso Rho Fiera Expo e ho temuto e tutt'ora temo il sovraffollamento dei vagoni, la confusione, la mancanza d'aria che affliggono gli indigeni milanesi ogni mese d'aprile durante il Salone del Mobile e lo stesso temevo per questi sei mesi di Expo.
Anche perché quando il viaggio è da incubo non riesco a esercitare il mio diritto di scoprire come gli altri viaggiatori impiegano il loro tempo in metro. A ogni viaggio conto quanti se ne stanno con i pollici inchiodati sullo smartphone e tra il centro e la periferia del mio sguardo non sono mai meno di dieci. Poi ci sono almeno due lettori di ebook e due di quotidiani "veri" e sempre più spesso compaiono, e mi mettono allegria, con tutto il loro peso e la loro scomodità i cari, amati libri di carta.
L'Expo è finalmente iniziato e la temuta invasione c'è stata, alla mia fermata non ci sono già più posti a sedere e la gente parla in talmente tante lingue e a voce così alta che anche lo sferragliare del treno ne è attutito.
E questa allegra torre di Babele orizzontale mi ha messo di buonumore anziché ingrugnirmi come pensavo. Perché le persone si spostano, viaggiano, parlano e si confrontano nel mondo di qua, in quello reale, e non hanno paura delle code, della confusione, dei contestatori. Dovreste vedere com'è bella Milano in questi giorni di inizio primavera ancora carichi di fiori sugli alberi e di gemme che stanno per schiudersi. E allora voglio immaginare che i giorni che verranno da qui a fine ottobre saranno gemme che si apriranno e incontri che fioriranno e idee, parole, condivise, scambiate, festose.
E.P.
2 settimane fa
2 commenti:
Attraverso i tuoi occhi per la prima volta l'Expo mi sembra cosa umana
Attraverso i tuoi occhi per la prima volta l'Expo mi sembra cosa umana
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