A Américo Ferrari
Il tempo non mi parla della morte,
in quella città più non viviamo.
E non è che io mi scordi di morire a ogni istante
assieme alle foglie, agli alberi, al vento.
Muoio quanto posso, ma non in anticipo.
In questa primavera le mie missive hanno altre lettere.
Non sono più giovane. Vado piano.
Ho imparato molto dal passero
che al mattino mi risveglia.
Il tempo trascina il sole dietro la collina
e si porta via i miei giorni uno dopo l'altro,
ma non parliamo della morte.
Vaghiamo lontani con le ore che passano,
contemplando le nuvole in fondo alle strade,
le pietre sotto la pioggia, i suoni silvestri,
come due lenti fiumi uno accanto all'altro,
quasi sempre in silenzio.
Eugenio Montejo
La lenta luce del tropico
traduzione di Luca Rosi
Le Lettere 2006
El tiempo ahora
A Américo Ferrari
El tiempo no me habla de la muerte,
en esa ciudad ya no vivimos.
Y no es que me olvide de morir cada instante junto a las hojas, los árboles, el viento.
Muero lo que puedo, pero no me adelanto.
En esta primavera mis cartas tienen otras letras.
Ya no soy joven. Voy despacio.
He aprendido mucho del gorrión que en la mañana me despierta.
El tiempo arrastra al sol tras la colina
y se lleva mis días uno tras otro,
pero no hablamos de la muerte.
Vagamos lejos con las horas que pasan,
contemplando las nubes al fin de los caminos,
las piedras en la lluvia, los sonidos silvestres,
como dos lentos ríos uno al lado del otro,
casi siempre en silencio.
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