A sette anni invece di crescere, invece di diventare alta, volevo scendere – a ritroso lungo il mio corpo, di giorno in giorno sempre più in basso, fino alla terra, fino a capovolgermi e divaricarmi: non più corpo, ma radici. La materia, quel corpo che crescendo si appesantiva, non poteva che trovare l’estremo del suo peso, pesare, sprofondare nella terra delle vacanze in campagna, forare la sabbia del mare. Era necessario essere pesanti e tuttavia affilati per cadere e aprire varchi e dormire in una profondità infinita cullati dalla caduta, essere lama e fardello.
Antonella Anedda
La luce delle cose
Feltrinelli 2000
3 settimane fa
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