C'è una notte che si avvicina in un paradosso: come un monte (immobile) di pietre (ancora più immobili). La notte si "appressa come un monte di pietre", scrive Marina Cvetaeva nell'Accampamento dei cigni. Si appressa con il monte, con le pietre, nonostante il monte, nonostante le pietre e in fretta, come si murava la finestra dell'appestato diventa notte totale, pietra che né il sonno, né la veglia scalfiscono, ma che rimane, appressandosi a ogni crepuscolo, finché chiamiamo vita questo restare.
Ora dimmi tu la notte. Vorrei chiederlo anch'io e attraversare ormai la notte che resta fissando il buio dell'ispirazione, l'ombra dei libri accatastati che mi raggiunge, mi minaccia e mi protegge.
Antonella Anedda
La luce delle cose
Feltrinelli 2000
2 settimane fa
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