Quando entravi nella stanza
buio a buio si inseguiva
poi un vago chiarore, una
luminescenza che non dava
forma alcuna agli oggetti
dell’uso quotidiano, immemori
e abbandonati in attesa della
vita che solo le tue mani
gli daranno. Così sono entrata
e ho strappato la vecchia tappezzeria
ho lacerato il velo del reale
ho infranto il vetro del visibile.
Tu sapevi che un giorno lo avrei fatto.
Sotto il muro è nudo e secco,
vi sono tracce di figure, le impronte
di alcune dita e la scritta ancora
leggibile così declinava:
Aloisyius fecit.
Elena Petrassi
Scrivere il vento
prima poesia della sezione
Nuvole senza memoria
Atì editore 2016
2 settimane fa
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