Sono andata a vedere Perfetti sconosciuti spinta da una grande curiosità, dalle recensioni orecchiate ma non lette perché non voglio sapere cosa succede prima di vedere un film o leggere un libro. E anche perché mi piacciono moltissimo tutti gli attori protagonisti. E non sono rimasta delusa. Non racconto niente della trama che ruota tutta intorno a una cena serale tra amici mentre su Roma incombe un’eclissi di luna e al gioco di condividere per tutta la durata della cena tutte le telefonate, i messaggini e le mail che arriveranno.
I sette personaggi sono tre coppie e mezza più o meno
felicemente sposate.
Ma poi decidono di condividere per l’intera durata della
cena tutte le telefonate, le mail e i messaggini che arrivano sugli smartphone.
Il risultato
di questo gioco somiglia all'apertura del vaso di Pandora, perché è impossibile
fermarsi. E i segreti non sono più solo nel cuore e nella mente di questo
gruppo di amici ma in un luogo comunque visibile e penetrabile.
In chiusura
però vi dico che i miei personaggi preferiti sono quelli interpretati da Marco
Giallini, Alba Rohwacher e Giuseppe Battiston, ma se scrivessi perché rivelerei
troppo di un film che va visto perché dice molto della solitudine della vita
contemporanea e della pericolosità della tecnologia.
Sì è vero che se ne parla
in continuazione, ma un film aiuta a uscire dall'autoreferenzialità del web e
magari può spingerci a ritornare a parlare davvero con le persone anziché stare
nascosti dietro un piccolo schermo portatile.
E. P.
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