Lo stlanik(…) può
rappresentare la forza e la fragilità, la pacifica caparbietà
della parola poetica? Me lo auguro. Tanto più che, in mezzo ai boschi dove cresce lo stlanik, è passato davvero, molti anni fa, un
grande poeta, OsipMandel'štam, sulla via della deportazione che l’avrebbe condotto alla morte; e allora quando penso allo stlanik a me viene subito
in mente la figura di un altro poeta, Philippe Jaccottet, che una volta a
Francoforte, leggendo appunto le sue traduzioni francesi di alcune poesie
di Mandel'štam, si è
alzato in piedi (lui, di solito così timido e riservato), e con voce più alta del normale ha detto che i versi di Mandel'štam
sembrano dirci, ancora oggi: «In
piedi, alziamoci in piedi! Anche nei momenti peggiori, anche
nelle peggiori condizioni: su, in piedi, camminiamo!»
(lo stlanik è il pino siberiano)
Fabio Pusterla
Il nervo di Arnold
Marcos y Marcos 2007
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