lunedì 26 maggio 2014

Io sono il mio chiaro fiume che passa

IO SONO IL MIO FIUME

Io sono il mio fiume, il mio chiaro fiume che passa
ruzzolando sulle pietre.
Mi circondano le ore e le onde,
non so dove mi trascinano,
ignoro la mia fine e il mio inizio,
vado attraversando il mio corpo come l’arcata di un ponte.
Le nubi mi seguono tra i campi
con caldi riflessi.
Svio tra gli alberi, tra le ombre;
portai alla terra soltanto questo rumore
per attraversare il mondo,
l’ho sentito crescere dal fondo delle mie vene.
Queste voci che dico
hanno rotolato per secoli purificandosi nelle sue acque,
fuori dal tempo.
Sono echi dei morti che mi nominano
e mi rincorrono come pesci.
Io sono il mio fiume, il mio chiaro fiume che passa
e senza tregua mi trascina.
So che esiste un vascello
che passa alle mie spalle;
le sue vele palpo nel sogno;
seguo la traccia che lascia al passaggio,
però non so che cerca nel mio solco
né quando arriveremo
nemmeno chi c’è a bordo.

Eugenio Montejo
traduzione di Alessio Brandolini
dal numero 17 della rivista fili d'aquilone

YO SOY MI RÍO
Yo soy mi río, mi claro río que pasa
a tumbos en las piedras.
Me circundan las horas y las ondas,
no sé adónde me arrastran,
desconozco mi fin y mi comienzo,
voy cruzando mi cuerpo como el arco de un puente.
Las nubes me siguen por los campos
con cálidos reflejos.
Entre los árboles derivo, entre los hombres;
sólo traje a la tierra este rumor
para cruzar el mundo,
lo he sentido crecer al fondo de mis venas.
Estas voces que digo
han rodado por siglos puliéndose en sus aguas,
fuera del tiempo.
Son ecos de los muertos que me nombran
y me recorren como peces.
Yo soy mi río, mi claro río que pasa
y me lleva sin tregua.
Sé que existe un navío
que cruza a mis espaldas;
palpo sus velas en mi sueño;
sigo la estela que deja en su camino,
pero no sé qué busca entre mi cauce
ni quién va a bordo
ni cuándo llegaremos.

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