È maggio e io scrivo delle rose.
È la paleobotanica che dice
semplicemente che sono un mistero.
Mistero voglio chiamarvi, rose, ticchettio
di una fuga, silenzio che ha colore,
sosta d'altro mondo dentro il mondo,
fuoco che rinfresca, respiro vero
di creature piccole alate.
Voi dettate una legge d'eleganza
una sprezzatura di ciò che osa
durata e non profuma o chiama
come voi la luce. Fino a cadere
dentro una passione che vi bagna.
Voi vi spandete tutte in un'altura
di battiti - visione che vi induce
a sparire senza rumore. Rose.
Mariangela Gualtieri
Le giovani parole
Einaudi 2015
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