Finestra
Di
colpo – osservi – è venuta,
è
venuta di colpo la primavera
che
si aspettava da anni.
Ti
guardo offerta a quel verde
al
vivo alito al vento,
ad
altro che ignoro e pavento
–
e sto nascosto –
e
toccasse il mio cuore ne morrei.
Ma
lo so troppo bene se sul grido
dei
viali mi sporgo,
troppo
dal verde dissimile io
che
sui terrazzi un vivo alito muove,
dall’incredibile
grillo che quest’anno
spunta
a sera tra i tetti di città
–
e chiuso sto in me, fasciato di ribrezzo.
Pure,
un giorno è bastato.
In
quante per una che venne
si
sono mosse le nuvole
che
strette corrono strette sul verde,
spengono
canto e domani
e
torvo vogliono il nostro cielo.
Dillo
tu allora se ancora lo sai
che
sempre sono il tuo canto,
il
vivo alito, il tuo
verde
perenne, la voce che amò e cantò –
che
in gara ora, l’ascolti?
scova
sui tetti quel po’ di primavera
e
cerca e tenta e ancora si rassegna.
Vittorio
Sereni
Gli
strumenti umani
Einaudi
1965
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