a Franco Scataglini
Anche per me la Russia
era lunarità dolente
- tundra senza alture -
cupole radenti
al deserto dei prati.
Anch'io sono uno scriba
con un tavolo breve che si piega
la schiena indifesa - la cera rappresa tra le dita.
Chiamo lingua questo destino della forma
l'azzurro dei suoi segni, il foglio
come luna tra le foglie.
Nel vetro di un vagone
vedo me stessa buia
venire col suo pegno
di ombra e di paura
fino allo spazio ardente
del nome che si perde.
Antonella Anedda
Notti di pace occidentale
Donzelli 1999
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