Penso che dimentichiamo le cose quando non abbiamo qualcuno a cui raccontarle.
Questa è una battuta di un film che mi è piaciuto molto Lunchbox, la storia epistolare tra Ila e Saajan, una casalinga e un impiegato di Mumbai.
Lei vive tra le mura domestiche e parla solo con una zia invisibile che vive al piano di sopra e accudisce un marito paralizzato da quindici anni.
Lui è un uomo di mezza età prossimo alla pensione, vedovo, silenzioso e un po' antipatico che tiene le persone alla larga. Un banale scambio di lunchbox, consegnate con un sistema complicatissimo, fa degustare a Saajan il pranzo che Ila ha preparato per il marito, indifferente e infedele, come scopriremo poi; il buon cibo e un primo bigliettino scatenano una fitta corrispondenza che scatena in entrambi un desiderio di cambiamento. Ma per cambiare bisogna avere coraggio e forse un po' di incoscienza. Lunchbox, del giovane regista indiano Ritesh Batra è un film delicato e poetico che si dipana per sottrazioni e sospension.
Una storia dove la vita quotidiana, che appare così difficile e povera, è invece fonte di gioia e allegria.
E.P.
2 settimane fa
Nessun commento:
Posta un commento