In questo contesto esplosivo, qual è il ruolo della letteratura?
"La letteratura è la cosa più pericolosa che ci sia. Nelle società libere non ce ne accorgiamo, ma la sua carica sovversiva è evidente nei regimi autoritari, nelle dittature ideologiche e militari, che hanno creato sistemi per controllare quelli che scrivono. In Messico i giornalisti sono vittime delle mafie, del cartello dei narcotrafficanti, e non possono esercitare alcun diritto di critica. Lo stesso avviene in molti altri paesi e genera attentati come quello di Parigi a Charlie Hebdo . La censura uccide la democrazia. La libertà d'espressione è il bene più prezioso che abbiamo. Leggere crea comunione e fratellanza e arricchisce la vita delle persone. I libri servono a vivere le vite degli altri, a incarnarsi nei personaggi dai destini inusuali, a viaggiare nel tempo e nello spazio, a conoscere altre culture".
Il romanzo dunque è una delle poche certezze che ci restano?
"È impossibile pensare a un mondo senza finzione. Lo storytelling è indispensabile per il genere umano, per creare un'esistenza migliore di quella che abbiamo. Il romanzo è una delle sue manifestazioni. La lettura non è passiva come fissare uno schermo. Recentemente ho riletto Guerra e pace . La Storia è stata profondamente alterata dalla visione nazionalista, russa, di Tolstoj, ma non è importante, così come crediamo a Kafka, quando ci dice che Gregor Samsa si trasforma in uno scarafaggio. Tutte le grandi opere dicono la verità, pur mentendo. Non si tratta di una verità oggettiva, ma di quella letteraria. Quando scrivo, faccio ricerche sul campo, ma la narrativa non è un libro di testo o un saggio di sociologia. Mi documento per poter mentire con cognizione di causa".
E nella sua scrittura, che meccanismi utilizza?
"Il mio punto di partenza è sempre un'immagine, ma non ho ancora capito perché alcuni accadimenti mi obblighino a scrivere e altri non lascino tracce. I primi probabilmente toccano qualche nodo vitale della mia personalità, del mio inconscio. È un mistero che non decifrerò mai. E sì, lo scrittore parte nudo, alle prese con i ricordi puri e crudi, e si riveste con la fantasia".
Quale consiglio darebbe a chi volesse praticare l'arte della scrittura?
"Servono un'immaginazione straordinaria e una grande precisione. Un cocktail micidiale, apparentemente incompatibile. Ma lo consigliava anche Borges ".
frammenti dell'intervista di Annarita Briganti a Mario Vargas Llosa
Repubblica 14 settembre 2015
2 settimane fa
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