La scrittura di Lalla Romano, ha la semplicità, la casta semplicità che, come dice Benjamin, è "già la metà dell'arte di narrare": un'arte costituita da realtà, sogno e e silenzio. È una scrittura di tessitura omologa alla vita, ma più luminosa. Forse viene dal simbolismo e dall'impressionismo.
Entends, ma chère, entends, la douce Nuit qui marche.
È un'immagine di Baudelaire. Lalla Romano scrisse nella Giovinezza inventa d'essere rimasta incantata da questo verso, sentito a una lezione universitaria. Vi si parla della notte. Della dolce notte in cammino, di un'estasi in movimento. Vi si può trovare una profonda analogia con l'arte di Lalla Romano. Anche nella sua scrittura vi è il continuo spostarsi di un'estasi: variazioni della memoria come di una brezza.
Francesco Biamonti
Scritti e parlati
a cura di Gian Luca Picconi e Federica Cappelletti
prefazione di Sergio Givone
Einaudi 2008
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