«A volte succede che la ricerca interiore
di uno scrittore coincida con la ricerca interiore non di pochi lettori, ma di
una moltitudine. Murakami è evidentemente in sintonia con un modo di
interrogarsi, di studiare le proprie angosce e i propri desideri diffuso in
ogni parte del mondo. Esprime una sensibilità che è allo stesso tempo personale
e collettiva. Ciò che lo rende unico, e che forse può spiegare il suo grande
successo sia presso i lettori forti che tra i consumatori di best-seller, è
l'originalità con cui interpreta un mood collettivo: questo lo rende uno scrittore esclusivo e
popolare al tempo stesso».
«Il tipico lettore di libri di consumo si
aspetta da un romanzo soprattutto evasione. Il lettore di Murakami prova
l'ebbrezza di allontanarsi dal proprio mondo per evadere in una dimensione
separata dalla propria quotidianità, ma mentre si addentra in questo spazio
fantastico, si accorge di compiere contemporaneamente un'esplorazione del
proprio mondo interiore. Lo si potrebbe descrivere come un rapporto tra
microcosmo e macrocosmo».
Eppure, malgrado sia a tutti gli effetti
una star, Murakami non si è fatto risucchiare dalla fiera delle vanità del
successo...
«Se ne è difeso continuando a vivere come aveva sempre fatto, in
modo riservato e centellinando le apparizioni pubbliche. Ha solo aumentato i
periodi di permanenza all'estero. Credo che ormai viva sempre meno in Giappone.
Dai suoi libri si percepisce chiaramente che non gli interessa il mondo delle
celebrities ma la vitae l'umanità delle persone ordinarie. Perché, nonostante
le proiezioni autobiografiche evidenti in molte sue opere, Murakami non è uno
scrittore narcisista. Non scrive per sete di gratificazione, come invece fanno
molti scrittori o aspiranti scrittori sempre ostili nei suoi confronti, ma per
necessità».
frammenti dell'articolo di oggi su Repubblica dove Franco Marcoaldi parla di Haruki Murakami con il nipponista Giorgio Amitrano che è anche il suo eccellente traduttore
Nessun commento:
Posta un commento