Dietro alla lingua di Paul Celan sta l'eco, mai spenta, di un'altra lingua.
Simile a noi, percorrendo, prima di oltrepassarla a una certa ora del giorno, la frontiera tra luce e ombra, la parola di Paul Celan, ai confini di due lingue della stessa taglia - quella della rinuncia e quella della speranza - si muove e si afferma.
Lingua di povertà e lingua di ricchezza.
Da un lato chiarezza; dall'altro oscurità. Ma come distinguerle quando sono così mescolate?
Edmond Jabès su Paul Celan
nel saggio La memoria delle parole
1 settimana fa
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