Il rito della sera è sfregare
una foglia di menta tra le
dita e guardare le stelle
staccarsi dalle cime degli
ulivi, sciamare oltre le
querce e occupare il
punto esatto della costellazione
perchè occhi umani possano
dirne il nome vero per placare
l’oscurità che viene. Fuori è la
dispersione, il tronco reciso,
dietro l’angolo della casa
ancora mi aspetta il brivido
senza filiera, l’aratro sul
fianco della selce e il buio,
il buio senza nome.
Dal mio secondo libro Sillabario della Luce, un'altra poesia
2 settimane fa
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