Il vento cala di intensità, la foresta si quieta. È stata solo una buriana passeggera. Ma è bastata a pulire la mente.
Comincio a mettere in bella gli appunti di questa storia. Scrivo velocemente. È da qualche anno che sento di dover fare in fretta. La rapidità con cui si stratificano le mie agende annuali mi obbliga a fare i conti col tempo che mi resta e a lavorare più sodo. Scrivere - l'ho imparato - è anche un trucco per vivere più intensamente, vuotare il sacco e abbassare il livello dell'ansia.
"Lascia passare il vento tra le righe" raccomanda la giovane siriana di nome Europa nel mio libro sul mito fondativo del Continente. Stavolta il vento tuona, sconvolge la parola, fa tremare le righe. Mi obbliga ad aggrapparmi a frasi solide e brevi.
Comincio a vedere più chiaro. A trovare appigli fermi nella tempesta degli eventi e a collegare tra loro fatti trascurati dalle cronache.
Paolo Rumiz
Verranno di notte
Lo spettro della barbarie in Europa
Feltrinelli maggio 2024
(pag. 142)