Ho coniato un modo di dire per descrivere l'effetto della luce intensa del sole sui muri bianchi delle case nel pomeriggio: "lavati di luce". Si può a stento sopportare di guardarli. A volte tutta la strada sembra coperta di Glassa Royal. E' molto difficile, con strumenti così logori come le parole, catturare il modo in cui appare la strada di prima mattina, nel pomeriggio e sotto la luna. E' come tentare di scrivere in modo intelligibile con matite consumate. Ho sempre desiderato essere un pittore, ma mai così tanto come da quando sono arrivata in Grecia. Le figure nere delle due sorelle vedove contro il muro di pietra bianco, gli occhi scuri e liquidi dei bambini, la frutta esotica, il pescivendolo con la bianca fusciacca di seta lavorata a maglia e un fiore di ibisco scarlatto dietro l'orecchio, la luce, la luce, la luce. E' come vivere al centro di un brillante. Qualunque cosa si dica sulla luce in Grecia è vera.
Voglio una tavolozza, non una penna. Sono costretta a dire che questo o quello è "come" qualcos'altro - devo prendere la strada più lunga quando ciò che veramente voglio è immergere il pennello direttamente nell'oceano, nel cielo, nel sole, nell'occhio del mulo di Heleni, nella barba scura del prete, e trasportare il tutto su tela.
Voglio macinare le case bianche e mettere anche queste sulla tela e voglio macinare i cesti di anguille luccicanti e catturare l'esatta gradazione di colore del pane quando viene fuori dal forno sulla pala del fornaio. E' come, è come - è come cosa esattamente? Cammino frustrata su e giù per lo studio, mi getto sul letto e guardo, senza vederle, le mie mura rosa.
Se ti dico ancora una volta che il suono delle quaglie di notte mi rende nervosa, ti ricorderai che sono i fantasmi di sentinelle tedesche che si fanno segnali l'un l'altro? Posso dirti che l'enorme albero di tamerici accanto al Bar Yannis mi sembrò l'altro giorno fatto di soffici peli pubici verdi? Era arrivata una capra e stava ferma sulle zampe posteriori a rosicchiare un ramo basso, con grande divertimento degli oziosi. Io pensavo alle capre, al dio Pan e alla magia quando all'improvviso l'albero che non avevo mai osservato bene prima, mi sembrò fatto di soffici e verdi peli pubici.
Ma tu ci sei stato qui, anche tu hai visto l'albero e sentito le quaglie. "Sì, è esattamente così", potresti dirmi, oppure "No, non è proprio così". Tu hai visto la faccia di Yannis. Se ti dico, a proposito della sua voglia, "sembra che qualcuno gli abbia tirato un bicchiere di vino rosso sulla faccia" - cosa penseresti? Ma non è per te che devo scrivere, è per quelli che non sono stati qui. L'artista come tramite? L'artista come tappeto magico? Sia Greene che Maugham furono capaci di fare questa cosa molto bene, catturando l'essenza di un posto, il suo "profumo". E una volta fatto quello, il prossimo compito importante - fare muovere la gente. Michael, cosa sono le fatiche di Ercole in confronto a quelle dell'artista?
Audrey Thomas Latakia Pungitopo Editrice
traduzione di Adriana Trozzi
Elena Petrassi: Una città è un sogno di cemento e pietra sognato da centinaia di anni: io sono il sogno. Milano parla, io racconto Milano e il mondo visto e immaginato da questo sogno. Raccolgo frammenti dal mondo e dai libri e li trascrivo.
lunedì 30 aprile 2012
domenica 29 aprile 2012
Le ultime parole di Katherine
Katherine sale i gradini, si distende docile sul giaciglio.
Ha con sé un taccuino sul quale trascrive poche parole in russo
- carta, cenere, legna, non c'è più fuoco, che ore sono, è tardi -
e sono le parole della necessità, della semplificazione assoluta.
Grazia Livi su Katherine Mansfield
Stanza d'affitto in Da una stanza all'altra
Garzanti 1984
sabato 28 aprile 2012
Distorcere per mostrare
Lo scrittore di romanzi dovrebbe contraddistinguersi per il proprio tipo di visione.
La sua è una visione profetica.
La profezia, che dipende dall'immaginazione e non dalla facoltà morale, non è questione di predire il futuro.
Il profeta è un realista di distanze, ed è questo tipo di realismo che appare nei grandi romanzi.
E' il realismo che non esita a distorcere le apparenze per mostrare una verità nascosta.
Flannery O'Connor
La sua è una visione profetica.
La profezia, che dipende dall'immaginazione e non dalla facoltà morale, non è questione di predire il futuro.
Il profeta è un realista di distanze, ed è questo tipo di realismo che appare nei grandi romanzi.
E' il realismo che non esita a distorcere le apparenze per mostrare una verità nascosta.
Flannery O'Connor
venerdì 27 aprile 2012
Qui ed ora, in questo stesso istante
Solo un momento fa, il sole illuminava
questa stanza, il tavolo e ancora
nella quiete di tutto, di quel fatto,
semplice come il modo in cui il passerotto
alza il collo a ricevere
il povero alimento, la lezione
di vita nella luce verticale, diresti
la verticalità stessa, la gravità del cielo,
in qualcosa, sì, così semplice
vidi, comunque, il solo istante
in cui incarna l'istante, una luce
quasi d'alba, che da sé stessa
spuntava, e riposava come
in una pace che lontana o fosse di qui stesso, come
giunchi in uno stagno, lungi, sotto il cielo spogliato,
dei giunchi che nel becco un uccello prendesse,
e venisse a lanciarli, come nel suo nido,
ora e qui, in questo stesso istante.
Andrés Sanchez Robayna
Le prime ore
Le prime ore del mattino. Ancora non scrivi
(anzi, non provi nemmeno a scrivere) leggi solo pigramente
Tutto è fermo, tranquillo, pieno, ma
come per un regalo della musa della lentezza,
come tempo fa, nell'infanzia, in vacanza, quando a
lungo
si studiava una mappa colorata prima della gita, una mappa
che prometteva così tanto, stagni profondi nel bosco
come occhi luminosi di farfalla, prati di montagna
coperti di erba pungente;
oppure un momento prima di addormentarsi, quando
ancora non ci sono sogni,
ma già si sente il loro arrivo da ogni parte del mondo,
la loro marcia, il pellegrinaggio, la loro veglia al letto
del (malato per davvero) e il vigore tra sculture medievali
rannicchiate in sé nell'eterna immobilità sopra la
cattedrale;
le prime ore del mattino, silenzio
-ancora non scrivi,
ancora non capisci così tanto.
La gioia è vicina.
Adam Zagajewski
Destino del poeta
Parole? Si, di aria
e nell'aria perdute.
Tu lascia che mi perda tra parole,
lasciami essere aria su labbra,
un soffio vagabondo senza sagoma,
breve aroma che l'aria fa svenire.
Anche la luce in se stessa si perde.
Octavio Paz
giovedì 26 aprile 2012
Siamo la somma delle nostre scelte
Per tutta la vita siamo messi di fronte a decisioni angosciose, a scelte morali. Alcune di esse importantissime, la maggior parte meno importanti.
E noi siamo determinati dalle scelte che abbiamo fatto, siamo in effetti la somma totale delle nostre scelte.
Gli avvenimenti si snodano così imprevedibilmente, così ingiustamente.
La felicità umana non sembra fosse inclusa nel disegno della creazione.
Siamo solo noi, con la nostra capacità di amare, che diamo significato all’universo indifferente.
Eppure, la maggior parte degli essere umani sembrano avere la forza di insistere e perfino di trovare gioia nelle cose semplici, nel lavoro, nella loro famiglia e nella speranza che le generazioni future possano capire di più.
Woody Allen il monologo finale di Crimini e Misfatti
E noi siamo determinati dalle scelte che abbiamo fatto, siamo in effetti la somma totale delle nostre scelte.
Gli avvenimenti si snodano così imprevedibilmente, così ingiustamente.
La felicità umana non sembra fosse inclusa nel disegno della creazione.
Siamo solo noi, con la nostra capacità di amare, che diamo significato all’universo indifferente.
Eppure, la maggior parte degli essere umani sembrano avere la forza di insistere e perfino di trovare gioia nelle cose semplici, nel lavoro, nella loro famiglia e nella speranza che le generazioni future possano capire di più.
Woody Allen il monologo finale di Crimini e Misfatti
mercoledì 25 aprile 2012
Il ritmo interno di una frase
Se mi colpisce il ritmo interno di una frase, allora, dice Valéry, succede una cosa strana:
"Il suono, la figura della piccola frase, ritorna entro di me, si ripete in me, come se in me si beasse. E io ho piacere a sentirmela ripetere, questa piccola frase. Che ha quasi perduto il suo senso, che ha cessato di servire, e che tuttavia vuol vivere ancora, ma di tutt'altra vita. Essa ha assunto un valore: e lo ha assunto a spese del suo significato finito. Essa ha creato il bisogno di essere ancora udita...
Eccoci già sul confine dello stato di poesia."
Roberta De Monticelli nel suo libro L'allegria della mente. Dialogando con Agostino cita Paul Valery Poésie et pensée abstraite
"Il suono, la figura della piccola frase, ritorna entro di me, si ripete in me, come se in me si beasse. E io ho piacere a sentirmela ripetere, questa piccola frase. Che ha quasi perduto il suo senso, che ha cessato di servire, e che tuttavia vuol vivere ancora, ma di tutt'altra vita. Essa ha assunto un valore: e lo ha assunto a spese del suo significato finito. Essa ha creato il bisogno di essere ancora udita...
Eccoci già sul confine dello stato di poesia."
Roberta De Monticelli nel suo libro L'allegria della mente. Dialogando con Agostino cita Paul Valery Poésie et pensée abstraite
martedì 24 aprile 2012
La storia è fatta di individui
Vengo qui allo Yad Vashem come se andassi a chiedere a tutti questi testimoni della Shoàh che raccontano la propria storia ...
Quello che trovo particolarmente interessante in questo memoriale è la sezione in cui ci sono testimonianze delle persone su di sé, quindi la storia fatta di singoli individui che parlano di quello che è successo a ciascuno di loro. La storia per me è questa. La storia è fatta di individui.
Bruno Osimo
Dizionario affettivo della lingua ebraica
Marcos y Marcos
Quello che trovo particolarmente interessante in questo memoriale è la sezione in cui ci sono testimonianze delle persone su di sé, quindi la storia fatta di singoli individui che parlano di quello che è successo a ciascuno di loro. La storia per me è questa. La storia è fatta di individui.
Bruno Osimo
Dizionario affettivo della lingua ebraica
Marcos y Marcos
Ritratto della scrittrice da bambina
Quando ero piccola avevo spesso questa curiosa impressione di partecipare agli eventi, e contemporaneamente di esserne al di fuori.
Forse era la prima avvisaglia che sarei diventata un artista?
Stavo facendo qualcosa e allo stesso tempo osservavo la scena come se appartenesse già al passato.
Audrey Thomas
Latakia Pungitopo Editrice
traduzione di Adriana Trozzi
Forse era la prima avvisaglia che sarei diventata un artista?
Stavo facendo qualcosa e allo stesso tempo osservavo la scena come se appartenesse già al passato.
Audrey Thomas
Latakia Pungitopo Editrice
traduzione di Adriana Trozzi
lunedì 23 aprile 2012
Quello che ti serve per dipingere
What You Need for
Painting
From a letter by Renoir
THE PALETTE
Flake white Rose madder
Chrome
yellow Cobalt blue
Naples
yellow Ultramarine blue
Yellow
ocher Emerald green
Raw umber Ivory black
Venetian
red Raw sienna
French
vermilion Viridian green
Madder lake White lead
DON’T
FORGET:
Palette
knife
Scraping
knife
Essence of
turpentine
BRUSHES?
Pointed
marten-hair brushes
Flat
hog-hair brushes
Indifference
to everything except your canvas.
The ability
to work like a locomotive.
An iron
will.
Quello che ti serve per dipingere
Da una lettera di Renoir
LA TAVOLOZZA
Biacca olandese Robbia
rosa
Giallo di cromo Blu
cobalto
Giallo Napoli Blu
oltremare
Giallo ocra Verde
smeraldo
Terra d’ombra naturale Nero
d’avorio
Rosso veneziano Terra di Siena naturale
Vermiglio francese Verde bluastro
Lacca di robbia Bianco piombo
NON DIMENTICARE:
Spatola
Raschietto
Essenza di trementina
E I PENNELLI?
Pennelli sottili di pelo di
martora
Pennellesse di setola di porco
Indifferenza a tutto tranne
che alle tue tele.
La capacità di lavorare come
una locomotiva.
Una volontà di ferro.
domenica 22 aprile 2012
Arte e condizione umana
Senza un vero soggetto che ti prenda e ti divori l'anima, si tende automaticamente a ricadere nella decorazione.
La vera grande arte rimanda sempre alla vulnerabilità della condizione umana.
Francis Bacon
La vera grande arte rimanda sempre alla vulnerabilità della condizione umana.
Francis Bacon
sabato 21 aprile 2012
Chi scrive ascolta parole sottratte al silenzio
Leggere, si sa, richiede silenzio. Un silenzio, certo, molto particolare, aperto e accogliente, affinché non sia un muro fra chi legge e la parola scritta. Un silenzio denso di ascolto, e che accomuna la lettura all'atto della scrivere, ammesso sia vero che chi scrive ascolta parole sottratte al silenzio.
Amelia Valtolina nell'introduzione alle opere di Ilse Aichinger
Il resto è avventura
Essere (in letteratura) come quelle barche all'ormeggio che offrono la loro poppa alla curiosità dei passanti: un nome, un porto d'attracco.
Ecco tutto il loro stato civile.
Il resto è avventura, e appartiene solo a esse.
Saint-John Perse
Ecco tutto il loro stato civile.
Il resto è avventura, e appartiene solo a esse.
Saint-John Perse
giovedì 19 aprile 2012
Un libro in mano
Tieni un libro in mano e sei un pellegrino alle porte di una città nuova.
detto ebraico citato nel romanzo In fuga di Anne Michaels Giunti Editore
mercoledì 18 aprile 2012
Dovevo diventare io stessa stile
Il mio tentativo era di versare la mia stessa vita sui fogli. Dovevo perciò viverla in tutti i suoi aspetti, dovevo combaciare coi segni della quotidianità (...) Dovevo diventare io stessa stile. Poiché, nell'atto di scegliere le parole, formavo la pagina e insieme la mia identità. La scrittura non era che il frutto di quella congiunzione.
Grazia Livi
una dichiarazione di poetica tratta dalla raccolta di saggi Narrare è un destino La Tartaruga edizioni
Dopo la scrittura
Lo scrittore finita la sua esperienza, deve sdraiarsi lasciando che la mente celebri le sue nozze nel buio.
Virginia Woolf
martedì 17 aprile 2012
Senza emozione la scrittura è morta
Senza emozione la scrittura è morta (...) contemplare l'oggetto non è sufficiente. Deve esserci una emozione iniziale, cosicché tutto ciò che lo scrittore vede, viene ad essere saturato da questa qualità affettiva. Solo questo atteggiamento è in grado di produrre un'intima unità.
Katherine Mansfield
lunedì 16 aprile 2012
Vivere nell'immaginazione
Come interamente vivo nell'immaginazione, come dipendo dagli zampilli di pensiero che mi vengono mentre cammino, mentre mi siedo; cose che ruotano nella mia mente componendovi un incessante torneo.
Virginia Woolf
Immergersi nella scrittura
Se l'autore non si immerge con tutta la persona e senza riserve, probabilmente non si produrrà alcun fatto poetico.
Christa Wolf
domenica 15 aprile 2012
Parole che promettono luce
Nulla accadrebbe se non mi innamorassi di alcune parole o frasi che promettono luce.
Mario Luzi
sabato 14 aprile 2012
Scrivere è un prolungamento del mio modo di essere
Scrivere, nei momenti migliori, è come un prolungamento del mio modo di essere. E' la conseguenza del lavorio interiore iniziato nell'adolescenza. E' la specificità che finalmente si rivela. La si può perfino toccare: è divenuta forma. Mai identica, muta di continuo con me, in modo impercettibile.
Grazia Livi Narrare è un destino
La Tartaruga edizioni
La Tartaruga edizioni
venerdì 13 aprile 2012
Le stelle si spengono e poi diventano vento
Un titolo irresistibile alle mie orecchie su Repubblica di ieri.
Stelle e vento, due delle parole che prediligo soprattutto in poesia.
E mi piace pensare che la materia di cui siamo fatti, noi e i sogni, arriva da una stella e verso una stella ritornerà tra cinque miliardi di anni circa.
Le parole sono un'intromissione tra il mondo e noi
Ma è pur sempre una parola, e le parole sono un'intromissione tra il mondo e noi, ci costringono a renderci conto di come, letteralmente, abbiamo perso i contatti con la realtà. E' questo il loro fascino e, insieme, la disperazione in cui ci gettano.
Lasciano forse un segno sulla memoria, ma alla fin fine un segreto rimane un segreto.
André Brink Desiderio Feltrinelli editore
giovedì 12 aprile 2012
La vita è una goccia di miele
La vita è una goccia
di miele che ho potuto
suggere sempre ma
soltanto da un ramo di
rovi.
Joachim Du Bellay
citato da Rossana Rossanda con Manuela Freire nel libro-conversazione La perdita
Il vomero ha arato il tempo
Come acqua oscura bevo la
torbida aria
il vomero ha arato il tempo
e la rosa
fu già terra.
Osip Mandel'štam
mercoledì 11 aprile 2012
Le risposte come le storie
Le risposte, come le storie, arrivano da sole, con i loro tempi, come un frutto maturo che cade dall'albero.
Salwa Al-Neimi La prova del miele
Feltrinelli editore
Feltrinelli editore
A cosa serve la poesia
Lo scopo della poesia è quello di ripristinare il silenzio, la capacità di tacere.
Ana Blandiana
martedì 10 aprile 2012
Cosa devo fare per diventare una scrittrice
Voglio diventare una scrittrice, cosa devo fare?
Scrivere ogni giorno, anche se odia farlo, soprattutto se odia farlo.
Oggi un consiglio strappato dal film Un amore a Praga con Gina Gershon che interpreta la psicologa Lauren Graham e Rade Serbedzija che interpreta lo scrittore Jiri Kolmar.
lunedì 9 aprile 2012
Inizia la poesia
Salivo per un sentiero di montagna e riflettevo. Se si usa la ragione il carattere si inasprisce, se si immergono i remi nel sentimento si è travolti...
Quando si intuisce che abitare è arduo ovunque ci si trasferisca, inizia la poesia, nasce la pittura.
Natsume Soseki Guanciale d'erba Ottava Edizioni
domenica 8 aprile 2012
Il terzo modo per sopravvivere come scrittore
"Uno scrittore ha soltanto due modi per sopravvivere: scrivere per sé e mantenersi con un altro lavoro, oppure chiudersi in casa e interrogarsi sul senso dell'esistenza. Non ne esiste un terzo. E io ho scelto il terzo".
ancora Viktor Šklovskij dai ricordi di Serena Vitale nel suo bellissimo libro A Mosca, a Mosca!
Il talento e il furore
"Non ho mai avuto talento, il mio è solo un trattenuto furore..."
Viktor Šklovskij dai ricordi di Serena Vitale nel suo bellissimo libro A Mosca, a Mosca!
sabato 7 aprile 2012
venerdì 6 aprile 2012
Lezioni importanti
"Lezioni importanti: guarda attentamente; prendi nota di ciò che vedi. Trova la maniera di rendere la bellezza necessaria; trova la maniera di rendere bella la necessità."
Anne Michaels In fuga - Giunti Editore 1998
giovedì 5 aprile 2012
E' così che voglio scrivere: con altrettanto spazio intorno a poche parole
"Oggi pomeriggio ho guardato alcune stampe giapponesi con Glassner*. Mi sono resa conto che è così che voglio scrivere: con altrettanto spazio intorno a poche parole. Troppe parole mi danno fastidio. Vorrei scrivere parole che siano organicamente inserite in un gran silenzio, e non parole che esistono soltanto per coprirlo e disperderlo: dovrebbero accentuarlo, piuttosto. Come in quell'illustrazione con il ramo fiorito nell'angolo in basso: poche, tenere pennellate - ma che resa dei minimi dettagli- e il grande spazio tutto intorno, non un vuoto ma uno spazio che si potrebbe piuttosto definire ricco d'anima. Io detesto gli accumuli di parole. In fondo, ce ne vogliono così poche per quelle quattro cose che veramente contano nella vita. Se mai scriverò - e chissà poi che cosa?-, mi piacerebbe dipingere poche parole su uno sfondo muto. E sarà più difficile rappresentare e dare un'anima a quella quiete e a quel silenzio che trovare le parole stesse, e la cosa più importante sarà stabilire il giusto rapporto tra le parole e il silenzio - il silenzio in cui succedono più cose che in tutte le parole affastellate insieme. E in ogni novella, o altro che sia, lo sfondo muto dovrà avere un suo colore e un suo contenuto, come capita appunto in quelle stampe giapponesi. Non sarà un silenzio vago e inafferrabile, ma avrà i suoi contorni i suoi angoli la sua forma: e dunque le parole dovranno servire soltanto a dare al silenzio la sua forma e i suoi contorni, e ciascuna di loro sarà come una piccola pietra miliare, o come un piccolo rilievo, lungo strade piane e senza fine o ai margini di vaste pianure. E' buffo: potrei riempire dei volumi su come vorrei scrivere, ma può darsi benissimo che a parte le ricette non scriverò mai nulla. Però le stampe giapponesi mi hanno fatto capire a che cosa io aspiri, e mi piacerebbe camminare una volta attraverso paesaggi giapponesi, per capirlo ancor meglio. Del resto credo che un viaggio in oriente lo farò, in futuro - per trovare in quei luoghi, vissute ogni giorno, quelle cose in cui qui ci si sente soli, in dissonanza."
mercoledì 4 aprile 2012
martedì 3 aprile 2012
Creatività
"...ogni atto natale esige il coraggio di abbandonare qualcosa,
di abbandonare l'utero,
di abbandonare il seno,
di abbandonare il grembo,
di sciogliersi dalla mano che lo tiene, di abbandonare alla fine
tutte le certezze
e di affidarsi a una cosa sola:
ai propri poteri di essere consapevole e di rispondere, vale a dire
alla propria creatività.
....Creatività significa aver portato a termine la propria nascita
prima di morire".
Erich Fromm
domenica 1 aprile 2012
Questioni di stile
Non basta che lo scrittore sia padrone del proprio stile. Bisogna che lo stile sia padrone delle cose.
Giacomo Leopardi - Zibaldone del 29 giugno 1798
Sono le assenze che contano
... per rinnovare il repertorio - e questo lo sa bene ogni artista - sono le assenze che contano. E' il ritirarsi, almeno a tratti, per riflettere e aggiornarsi, è conoscere persone, ascoltare consigli. E' viaggiare e documentarsi, uscire dal tinello soffocante del quotidiano, e quando si ritorna sulla scena, farlo sapendo di avere qualcosa di nuovo da raccontare...
Michele Serra