Il dolore non è nido
alla verità. Nella finzione
degli ulivi non trovo
la ragione di tanta pervicacia
nutriti dalla luce più
che dalla terra sfidano
la nostra resistenza al
tempo. Vedi si sono piegati,
al vento hanno dato il loro
calice di immortalità, hanno
accettato la sfida. Mai
indietreggiano se chiedi
come, come possano nella
deformità dare frutti e
propagare luce pur in
forma diversa. Del loro
segreto non dicono neppure
all’acqua piovana.
Questa poesia è tratta dal mio libro Sillabario della luce
Elena Petrassi: Una città è un sogno di cemento e pietra sognato da centinaia di anni: io sono il sogno. Milano parla, io racconto Milano e il mondo visto e immaginato da questo sogno. Raccolgo frammenti dal mondo e dai libri e li trascrivo.
giovedì 26 agosto 2010
mercoledì 4 agosto 2010
Dopo gli ulivi
In primavera attraversava cespugli di cisto, macchie di timo, fazzoletti di erba, veronica, ciuffi di valeriana rossa aggrappati ai muri, lance d'origano e di timo, onde di lavanda e di ginestrini. mentre al riparo degli ulivi aglietti e iris blu rasentavano isolotti di borragine, acetoselle e piselli odorosi.
A giugno sotto gli ulivi c'è il giglio arancione di San Giovanni.
Dopo ulivi: querce, lecci, carpini, noccioli, castagne e sui prati primule, brughi, rose canine, crochi, timo, prugnoli e puiot di lavanda.
Questo è l'incipit del libro Il salto dell'acciuga di Nico Orengo, Einaudi 1997